Se “normalità” è pazzia, allora sarò folle!

Oggi una cara amica mi ha fatta riflettere sul concetto di “normalità”. Ce n’è bisogno ovunque, a quanto pare. Che sia un bene imprescindibile o facoltativo, non v’è alcun dubbio.

È un periodo difficoltoso per tutti: oramai è nella “normalità” non sentirsi al 100% del proprio charme, della propria carica positiva, del proprio Io. Come una barra di caricamento inceppata per motivi di cui soltanto il Dio informatico è a conoscenza. In effetti, ultimamente mi sento così, sono così: “inceppata”, o meglio rallentata. Effetto dell’eccessivo stress? Non mi sorprenderebbe: recenti studi ritengono che stati d’affaticamento mentale, duraturo e prolungato, porterebbero a forme (del tutto curabili) di “deficit cognitivo”. Ebbene, io sguazzo “beatamente” in questa condizione di menomazione temporanea della personalità, in cui le proprie potenzialità vengono irrimediabilmente lese, i talenti smussati in difetto, le capacità danneggiate (anche se non in maniera irreparabile); le parole vengono meno, così come le idee originali, e quanto di attivo rimane si riduce a rimuginazioni continue, fastidiose e irritanti. Non pago, il deficit cognitivo (persino nelle sue forme più lievi, come nella fattispecie) intacca anche la qualità del pensiero, la sua fluidità, la sua intrinseca vitalità, la sua ricercatezza e finezza. Disabilità dello spirito.

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Resilienza in divenire

Bazzicando qua e là sulla rete fra innumerevoli pagine e altrettanti siti, ho scovato con mio gran stupore un utilissimo articolo dalla carica espressiva a dir poco straordinaria, essenzialmente perché speranzoso a non finire e illuminante come pochi altri, forse per il semplice fatto d’essere stato scritto senza troppe pretese o velleità, redatto con rigore, ottimi spunti ed un pizzico di inventiva… Una miscela esplosiva, l’ideale punto di partenza per una riflessione a tutto tondo, un articolo talmente ricco di contenuti che tutti (ma proprio TUTTI) dovrebbero leggere: chi per dare una sferzata di brio alla propria vita, chi per consolazione interiore, chi per trascorrere il tempo usufruendone adeguatamente senza sprecarlo in inutili facezie, chi per pura necessità, chi per ritrovare fiducia nell’attesa, energia nell’aspettativa, lungimiranza nell’indugio…insomma, LEGGETELO (e guardatene tutti gli inserti, contributi video e non: http://www.internazionale.it/opinione/annamaria-testa/2014/12/02/ostacoli-creativi)!

Il titolo scelto da Annamaria Testa (esperta in creatività e comunicazione, docente alla Bocconi di Milano e opinionista su Internazionale, nonché curatrice del sito Nuovo e utile – Teorie e pratiche della creatività e autrice dell’articolo in oggetto) è eloquente già di per sé: Ostacoli creativi non sembra aver bisogno d’ulteriori presentazioni. Di primo acchito potrebbe sembrare quasi un ossimoro, uno errore (orrore?) dettato da pura sbadataggine, un abbaglio concettuale, una mera svista frutto di una disattenzione più che madornale…eppure non è così. Annamaria ce lo dice sin dalle prime battute:

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