“O tempora, o mores!” Storie di ordinaria indignazione

Sarà incredibile, eppure quest’oggi è on-line il mio nuovissimo articolo su L’Undici!

Sull’onda di quanto accade nel mondo, un urlo di dolore risveglia in me un bisogno atavico e insopprimibile: quello di libertà sotto ogni sua forma, specie, etnia, colore, età, genere, orientamento e convinzione.

Con occhio attento e orecchio sensibile, ho indagato il mio vissuto, scovandovi sensazioni sgradevoli che difficilmente riuscirò a dimenticare, se non altro per quella loro traccia indelebile lasciata impietosamente lì, a marcire sul mio cuore, come un graffito di cattivo gusto su una tela d’oggetto agreste.

Quelle che racconterò sono storie, mie, vostre. Storie di ordinaria indignazione che traggono dalla mia esperienza sensibile forma e sostanza, sdegno e rabbia per uno dei mali più antichi di tutta la società: il sessismo, la discriminazione di genere riferita in particolar modo al “gentil sesso”.

“O tempora, o mores!” Storie di ordinaria indignazione riguarda tutti noi, chi per un motivo, chi per l’altro. Senza alcuna distinzione.

Buona lettura!

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Viva l’uguale libertà di espressione!

Esiste davvero quella piaga sociale (e, a quanto pare, intergenerazionale) del sessismo nella letteratura? Un articolo pubblicato sul “Corriere della Sera” (versione on-line) sembra sostenerlo a gran voce (vedi link http://27esimaora.corriere.it/articolo/aaa-donne-nei-premi-letterari-cercasi/). Bando alle ciance e ai sentimentalismi, ecco alcuni numeri e dati a portata di mano:

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