Un pensiero (non mio) per ogni opera (selezionata) di Duy Huynh, artista contemporaneo vietnamita neo-surrealista.
Mi sono chiesta cosa mi trasmettesse ogni suo soggetto raffigurato…et voilà!
Un pensiero (non mio) per ogni opera (selezionata) di Duy Huynh, artista contemporaneo vietnamita neo-surrealista.
Mi sono chiesta cosa mi trasmettesse ogni suo soggetto raffigurato…et voilà!
È un periodo di insoddisfazione incurabile, quest’ultimo.
Sto diventando sempre più monotematica. Specializzata in “lamentologia applicata”, scriveranno un giorno. Forse.
Ascolto, nel divenire dei giorni, i silenzi che in me si alternano a urla sguaiate, terribili, lugubri, senza fine. La smania d’agire tormenta il mio tempo privo d’azione…e, dunque, scrivo. Scrivo per dimenticare che la mia strada è altrove, per ricordarmi che la speranza è sì un buon inizio ma è anche “una pessima cena”, volendo parafrasare Francesco Bacone e il suo celebre aforisma. Scrivo perché per me è un modo di essere, il mio modo d’esistere e distinguermi, di (ri)trovare me stessa all’interno di una massa contorta di fili sottili, d’avvenimenti spesso privi di contenuto, altrettante volte effimeri, fugaci…
Come poter essere sazi d’azione, di momenti, di intimità e di gioie? Non sono mai abbastanza, non sono mai troppe.