Incontri ravvicinati con la Storia. Oriana Fallaci, una donna nel mito

Lo scorso 3 febbraio sono andata all’anteprima cinematografica di “L’Oriana“. In sala eravamo in sette. Età media: 50 anni (più del doppio dei miei).

Che sia per disinteresse o per semplice pigrizia (la fiction – perché di miniserie si tratta – sarà in onda nei salotti di milioni di italiani comodamente seduti/distesi sul divano di casa propria, il 16 e il 17 febbraio), ho trovato che fosse un vero peccato. Davvero.

Film-ritratto con la regia di Marco Turco (fra gli interpreti Vittoria Puccini e Vinicio Marchioni), “L’Oriana” tratteggia vivamente la personalità di questa “big” del nostro tempo: una donna appassionata della vita e innamorata della verità.

Il mio nuovo articolo su “L’Undici” parla proprio di Lei.

“Svegliatevi, trentenni!” (valido anche per i ventenni)

Implacabile. Immensa. Incontrastabile. “Amata da molti, odiata da molti, ma indifferente a nessuno.”

Questa è Oriana Fallaci. Spirito irrequieto e infelice, giornalista e scrittrice, fervida attivista nonché corrispondente di guerra, era una donna d’indomata indole, dal cuore forte, di strenuo sentimento e audace emozione. Penna velenosa ma arguta, dissacratoria e irriverente, ha rappresentato un modello per chiunque ne conosca sfumature e biografia. Un esempio d’umana virtù, imperfetta e tesa all’erostratismo, immortalità dell’anima.

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Madri che uccidono figli: un altro punto di vista

In alternativa alla mia visione del mondo così come esposta nel precedente articolo “Madri che uccidono figli”, propongo in qualità di contraltare “Non esistono mamme buone e mamme cattive”, scritto da Deborah Dirani (Donna prima, giornalista poi) e pubblicato ieri su Huffington Post Italia.

Perché un’informazione critica è un’informazione più completa, aggiornata e stimolante.

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