L’Uomo di Luce, fra fotografia e arti figurative

Oggi, dopo mesi e mesi di imperdonabile digiuno artistico, seppur motivato da impegni di varia natura (faccio ugualmente un mea culpa, “dovuto” se non altro alla fatal manchevolezza del caso), ho colto al volo un invito che non potevo proprio rifiutare…ed ecco che, in men che non si dica, ho avuto il piacere di visitare una splendida retrospettiva, ambientata in uno degli spazi museali più suggestivi di tutto il Friuli-Venezia Giulia (Villa Manin, Passariano, Codroipo, UD) e dedicata a uno dei tanti (ahimè, non molto conosciuti) talenti del secolo scorso, Man Ray (pseudonimo di Emmanuel Radnitzky, 1890-1976), letteralmente “uomo raggio”.

Chi è costui? Probabilmente molti fra voi non ne hanno mai sentito parlare, né accennarne alcunché, né tanto meno nominarne distrattamente le opere…eppure si tratta di un artista estremamente poliedrico, sperimentale, sensoriale e proteiforme come pochi, nonché autore di grande rilievo in svariati ambiti, fra cui cinema (ovviamente d’avanguardia), fotografia (celebri sono le sue rayographs), arti figurative e plastiche (tra pittura e creazione/assemblaggio d’oggetti). Chi non ha mai visto, perlomeno di straforo, il suo capolavoro per eccellenza, Le Violon d’Ingres?

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